Dati rielaborati fonti Wikipedia e NASA (C)
Nettuno è l'ottavo ed ultimo pianeta del sistema solare in ordine di
distanza dal Sole; fu scoperto nel 1846, e gli venne
attribuito il nome dell'omonima divinità romana. Si tratta del più piccolo fra
i quattro giganti gassosi del sistema solare; nonostante la sua massa sia
maggiore di quella di Urano, le sue dimensioni sono
leggermente inferiori. Visitato per la prima volta dalla sonda spaziale Voyager 2 nel 1989, Nettuno appare come un disco blu
solcato da venti potentissimi e tempeste atmosferiche di dimensioni rilevanti;
è circondato da deboli anelli e da numerosi satelliti naturali..
Cenni storici
La prima
osservazione certa di Nettuno fu effettuata da Galileo
Galilei il 27 dicembre 1612; egli disegnò la posizione del
pianeta sulle proprie carte astronomiche, scambiandolo per una stella fissa.
Per una coincidenza fortuita, in quel periodo il moto apparente di Nettuno era
eccezionalmente lento, e non poteva essere individuato da Terra mediante i
primitivi strumenti di Galilei.
Quando
nel 1821 Alexis Bouvard
pubblicò il primo studio dei parametri orbitali di Urano
divenne chiaro agli astronomi che il moto del pianeta divergeva in maniera
apprezzabile dalle previsioni teoriche; il fenomeno poteva essere spiegato solo
teorizzando la presenza di un altro corpo di notevoli dimensioni nelle regioni piú esterne del sistema solare. Indipendentemente fra loro,
il matematico inglese John Couch
Adams (nel 1843) e il francese Urbain Le Verrier (nel 1846) teorizzarono con buona approssimazione
posizione e massa di questo presunto nuovo pianeta. Mentre le ricerche di Adams vennero trascurate
dall'astronomo britannico George Airy,
cui egli si era rivolto per sottolineare la necessità di ricercare il nuovo
pianeta nella posizione trovata, quelle di Verrier
vennero applicate da due astronomi dell'Osservatorio di Berlino, Johann Gottfried Galle e Heinrich d'Arrest: dopo meno di
mezz'ora dall'inizio delle ricerche, il 23 settembre 1846, i due individuarono il
pianeta, a meno di un grado dalla posizione prevista. All'epoca,
indipendentemente da Adams, anche Urbain
Le Verrier aveva ormai calcolato i presunti parametri
orbitali del nuovo pianeta.
Complice
la sua grande distanza, le conoscenze su Nettuno
rimasero frammentarie almeno fino alla metà del Novecento, quando Gerard Kuiper scoprí la sua
seconda luna, Nereide (Tritone era stata individuata da William Lassell già pochi mesi dopo la scoperta del pianeta). Negli
anni settanta e ottanta si accumularono indizi sulla probabile presenza di anelli, o archi di anelli.
Nell'agosto
1989 le conoscenze ricevettero una enorme spinta in
avanti dalla visita a Nettuno della prima sonda automatica inviata ad esplorare
i dintorni del pianeta, la
Voyager II. La sonda individuò
importanti dettagli dell'atmosfera del pianeta, confermò l'esistenza di ben
cinque anelli ed individuò nuovi satelliti oltre a quelli già scoperti da
terra.
Osservazione da Terra
Nettuno è
invisibile ad occhio nudo da Terra; la sua magnitudine apparente, sempre
compresa fra la 7,7 e la 8,0, necessita almeno di un binocolo
per permettere l'individuazione del pianeta. Al telescopio Nettuno appare come
un piccolo disco blu-verdastro, simile ad Urano; il
colore è dovuto alla presenza di metano nell'atmosfera
nettuniana, in ragione del 2%.
Con una
massa pari a circa 17 volte quella terrestre ed una densità media di 1,64 volte
quella dell'acqua, Nettuno è il più piccolo e più denso fra i pianeti giganti
del sistema solare. Il suo raggio equatoriale, ponendo lo zero altimetrico alla
quota in cui la pressione atmosferica vale 1000 hPa, è di 24 764 km.
Le
dimensioni di Nettuno sono leggermente inferiori rispetto a quelle di Urano (il cui raggio medio è pari a circa 25 600 km), ma la sua
massa è maggiore.
Mentre il campo magnetico del pianeta ruota attorno all'asse in 16,11 ore, le
nubi equatoriali compiono una rotazione in circa 19,2 ore; è questo un caso di
rotazione differenziale.
Atmosfera
L'atmosfera nettuniana appare tipicamente
azzurra, ma meno uniforme rispetto a quella di Urano.
All'altezza dell'equatore è possibile osservare fasce e bande parallele che la
attraversano; all'epoca del sorvolo da parte della Voyager 2 era inoltre presente una prominente
formazione estemporanea, battezzata Grande Macchia Scura, dall'estensione pari
a circa 10 000 km.
Negli anni 1990 successive osservazioni effettuate mediante il telescopio Hubble hanno messo in luce la scomparsa della macchia.
Sebbene le componenti principali
dell'atmosfera siano di gran lunga l'idrogeno e l'elio, è il metano (presente
in ragione del 2%) a regolarne i fenomeni meteorologici. Le molecole di metano
dell'alta atmosfera si scindono infatti in
idrocarburi, quali l'etano e l'acetilene, per effetto dell'irraggiamento solare
(900 volte meno intenso di quello rilevato sulla Terra). Anche le nubi bianche osservate dalla sonda Voyager 2
nel 1989 sono probabilmente composte di cristalli di metano ghiacciato.
Il metano che compone l'atmosfera è anche responsabile
dell'assorbimento della luce rossa, dando al pianeta la sua
caratteristica colorazione verde-azzurra, tanto che il pianeta è
soprannominato il "pianeta blu".
L'atmosfera nettuniana è sede di violenti
fenomeni atmosferici; i venti sono i più potenti conosciuti nel Sistema Solare,
arrivando a 700 km/h.
L'energia necessaria per sostenerli non può essere fornita dal Sole, troppo
lontano, ma è invece generata all'interno del pianeta. La temperatura al
livello topografico di riferimento (definito come la quota alla quale la
pressione atmosferica vale 1000 hPa)
è di circa 70K (-200 °C), ma aumenta più si scende in
profondità; questo implica la presenza di una fonte di calore interna,
probabilmente responsabile anche della complessità delle formazioni
atmosferiche di Nettuno in confronto a quelle di Urano.
La temperatura al livello topografico di riferimento (definito come la
quota alla quale la pressione atmosferica vale 1000 hPa) è pari a circa 70 K (-200 °C),
ma cresce all'aumentare della profondità; questo dimostra la presenza di una
qualche fonte di calore interna, probabilmente responsabile anche della
complessità delle formazioni atmosferiche di Nettuno in confronto a quelle di
Urano.
Per contro, dopo una breve pausa la temperatura atmosferica riprende a
crescere anche all'aumentare dell'altitudine, raggiungendo i 130 K a 250 km di altezza
rispetto al livello del precedente massimo termico.
L'atmosfera di Nettuno si divide in due strati principali: il primo,
situato a -40 km
rispetto alla quota ove la pressione vale 1000 hPa, è caratterizzato da temperature nell'ordine dei
130 K e pressioni prossime alle 3 atmosfere; è interessato dalla presenza di
nubi di ammoniaca e solfuro di idrogeno.
Il secondo strato dell'atmosfera, situato al livello topografico di
riferimento, si compone principalmente di metano. Nella parte superiore
dell'atmosfera sono presenti nebbie di idrocarburi
derivanti dalla dissociazione del metano.
Similmente all'atmosfera di Giove e di Saturno, anche quella di Nettuno
presenta prominenti formazioni meteorologiche dall'aspetto simile a grandi
macchie. La più pronunciata è certamente la Grande Macchia Scura,
osservata dalla Voyager 2 nel 1989
ma assente nelle successive osservazioni del 1994 effettuate mediante il
telescopio spaziale Hubble. Si trattava di una
struttura per certi versi analoga al buco nell'ozono terrestre, piuttosto che
di una tempesta.
Pochi mesi dopo le prime osservazioni di Hubble,
successive fotografie di Nettuno hanno rivelato la presenza di una nuova
Macchia Scura, stavolta nell'emisfero boreale del pianeta.
Sono altresì presenti vere e proprie nubi atmosferiche, come il
cosiddetto Scooter; si ritiene che esse abbiano origine da macchie calde e
relativamente profonde, che provocano correnti ascendenti di solfuro di idrogeno in grado di penetrare attraverso le nubi di
metano.
Confrontando le osservazioni di Nettuno effettuate
fra il 1996 ed il 2002 è stato possibile individuare un discreto aumento
dell'albedo complessiva del pianeta (nell'ordine del 5-10%); il fenomeno è in
realtà legato ad un aumento sensibile di riflettività
limitato ad alcune bande ristrette, che in alcuni casi può arrivare al +100%.
Tale variazione è con tutta probabilità collegata al ciclo delle stagioni.
Il ciclo stagionale su Nettuno è circa 165 volte più lento che sulla
Terra, e la massima variazione nella quantità di luce solare incidente è oltre
900 volte più piccola del corrispondente valore terrestre; ciononostante, un
semplice modello basato sulle variazioni stagionali di energia
incidente è sufficiente a giustificare le forti variazioni di albedo registrate
sperimentalmente. A causa dell'intervallo di tempo necessario perché gli strati
superficiali del pianeta raggiungano l'equilibrio termico, Nettuno raggiunge la
sua massima luminosità circa quindici anni dopo ogni solstizio; si prevede che
il prossimo valore massimo di albedo verrà raggiunto
entro il 2025.
Struttura interna
La struttura interna del pianeta ricorda da vicino quella di Urano.
Nettuno appare dotato di uno strato superficiale composto di idrogeno, elio ed ammoniaca, situato appena al di sotto
del livello delle nubi; più in profondità, fino a circa 8000 km dalla superficie
visibile del pianeta, ha inizio il mantello, composto da ghiaccio d'acqua,
ammoniaca e metano. Apparentemente il mantello è anche sede del campo magnetico
di Nettuno.
Al di sotto del mantello si trova un inviluppo di idrogeno molecolare ed
elio; la temperatura della regione raggiunge i 2500 K, e la pressione sfiora le
200 000 atmosfere. Il nucleo del pianeta, dal raggio pari a circa 7500 km, è infine ricco di
ferro ed altri materiali rocciosi; la sua temperatura supera addirittura quella
della fotosfera solare, attestandosi attorno ai 6500-7000
K.
Nel corso del fly-by di Nettuno del 1989 da parte della sonda Voyager 2 fu possibile, per la prima volta, realizzare un
modello della struttura interna del pianeta azzurro, che ricorda
da vicino quella di Urano.
Satelliti naturali
Nettuno possiede tredici satelliti naturali conosciuti, il maggiore dei
quali è Tritone; gli altri satelliti principali sono Nereide, Proteo e Larissa.
Tritone è l'unico satellite di Nettuno che possiede una forma
ellissoidale; fu individuato per la prima volta dall'astronomo William Lassell appena 17 giorni dopo la scoperta del pianeta
madre. Orbita in direzione retrograda rispetto a Nettuno, a differenza di tutti
gli altri satelliti principali del sistema solare; è in rotazione sincrona con
Nettuno e la sua orbita è in decadimento costante.
Il satellite più interessante, a parte Tritone, è Nereide, la cui
orbita è fra le più eccentriche dell'intero sistema solare.
Fra il luglio ed il settembre 1989 la sonda statunitense Voyager 2
ha individuato sei nuovi satelliti, fra i quali spicca
Proteo, le cui dimensioni sarebbero quasi sufficienti
a conferirgli una forma sferoidale; è il secondo satellite del sistema di
Nettuno, pur con una massa pari ad appena lo 0,25% di quella di Tritone.
Una nuova serie di scoperte è stata annunciata nel 2004; si tratta di
satelliti minori e fortemente irregolari.
Cronologia delle scoperte
1846 - William Lassell scopre Tritone,
diciassette giorni dopo aver individuato per la prima volta Nettuno.
1949 - L'astronomo Gerard Kuiper individua
Nereide da Terra.
1981 - Nel corso di un'occultazione stellare viene
individuato, da Terra, il terzo satellite di Nettuno in ordine di scoperta, Larissa.
1989 - L'analisi delle immagini riprese dal Voyager
2 porta alla scoperta di Naiade, Despina, Talassa, Galatea e Proteo, portando il totale dei satelliti
nettuniani conosciuti ad otto.
2002 - Vengono scoperti quattro satelliti
minori di Nettuno: Neso, Alimede,
Laomedea e Sao.
2003 - Viene individuata Psamate.
Nome
|
Diametro
medio
|
Massa
|
Raggio
orbitale
medio
|
Periodo
orbitale
|
Scoperta
|
Nettuno III
|
Naiade
|
58 km
|
~0,19×1018
kg
|
48 227 km
|
0,294 giorni
|
1989
|
Nettuno IV
|
Talassa
|
80 km
|
~0,37×1018
kg
|
50 075 km
|
0,311 giorni
|
1989
|
Nettuno V
|
Despina
|
148 km
|
~2,10×1018
kg
|
52 526 km
|
0,335 giorni
|
1989
|
Nettuno VI
|
Galatea
|
158 km
|
~3,70×1018
kg
|
61 593 km
|
0,429 giorni
|
1989
|
Nettuno VII
|
Larissa
|
208×178 km
|
~4,90×1018
kg
|
73 548 km
|
0,555 giorni
|
1981
|
Nettuno VIII
|
Proteo
|
436×416×402 km
|
~50×1018 kg
|
117 647 km
|
1,122 giorni
|
1989
|
Nettuno I
|
Tritone
|
2700 km
|
21,4×1021
kg
|
354 800 km
|
-5,877 giorni
|
1846
|
Nettuno II
|
Nereide
|
340 km
|
~31×1018 kg
|
5 513 400 km
|
0,99 anni
|
1949
|
Nettuno IX
|
Alimede
|
60 km
|
~0,09×1018
kg
|
15 728 000 km
|
-5,15 anni
|
2002
|
Nettuno XI
|
Sao
|
38 km
|
~0,09×1018
kg
|
22 422 000 km
|
7,98 anni
|
2002
|
Nettuno XII
|
Laomedea
|
38 km
|
~0,09×1018
kg
|
23 571 000 km
|
8,67 anni
|
2002
|
Nettuno X
|
Psamate
|
28 km
|
~0,015×1018 kg
|
46 695 000 km
|
-24,96 anni
|
2003
|
Nettuno XIII
|
Neso
|
60 km
|
~0,09×1018
kg
|
48 387 000 km
|
-25,67 anni
|
2002
|
Anelli
Nettuno possiede un debole sistema di anelli planetari, la cui composizione è tuttora ignota.
La loro struttura sembra irregolare, forse a causa delle interazioni
gravitazionali con i satelliti del pianeta. Gli anelli furono scoperti dalla
sonda Voyager 2 nel 1989.
L'anello principale, Adams,
è costituito da tre archi di anello principali.
L'esistenza di simili strutture non è stata ancora pienamente giustificata;
normalmente ci si aspetterebbe una distribuzione uniforme di polveri e piccoli
corpi ghiacciati sull'intera orbita attorno al pianeta. Alcuni ritengono che
l'attrazione gravitazionale di Galatea possa essere alla base delle
irregolarità osservate.
Gli obiettivi del Voyager
2 catturarono le immagini di diversi altri anelli, fra cui spiccano
l'anello Le Verrier ed il tenue anello Galle.
Osservazioni condotte da Terra nel 2005 hanno
portato ad ipotizzare che il sistema di anelli di
Nettuno sia estremamente instabile; appare che l'anello Liberté
potrebbe scomparire entro la fine del XXI secolo.
Esplorazione di
Nettuno
L'unica sonda spaziale ad aver visitato
Nettuno è stata la Voyager 2, nel 1989; con un sorvolo
ravvicinato del pianeta la Voyager ha permesso di individuarne le
principali formazioni atmosferiche, alcuni anelli e numerosi satelliti. Il 25 agosto 1989
la sonda ha sorvolato il polo nord di Nettuno ad una quota di 4950 km, per poi dirigersi
verso Tritone, il satellite maggiore, raggiungendo una distanza minima di circa
40 000 km.
Dopo le ultime misure scientifiche, condotte
durante la fase di allontanamento dal gigante gassoso,
il 2 ottobre 1989
tutti gli strumenti della sonda sono stati spenti, lasciando in funzione
solamente lo spettrometro ultravioletto. Voyager 2 iniziava così una lunga marcia verso lo spazio
interstellare, alla velocità di 470 milioni di km all'anno;
l'inclinazione della sua traiettoria rispetto all'eclittica è di circa 48°. Si
ritiene che, al ritmo attuale, Voyager 2 raggiungerà
il sistema di Sirio nell'anno 358 000.
Per captare i debolissimi segnali della sonda
fu necessario migliorare grandemente le tecniche di ricezione dei dati ed
allestire rapidamente nuove antenne per implementare il Deep
Space Network; grazie a tutti questi accorgimenti fu possibile ricevere i
segnali di Voyager 2 esattamente alla stessa velocità
con cui era stato possibile farlo in occasione del sorvolo di
Urano, oltre tre anni e mezzo prima.