Dati rielaborati fonti Wikipedia e NASA (C)
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal
Sole. Alcuni suoi parametri orbitali, quali l'inclinazione dell'asse di
rotazione e la durata del giorno, lo rendono abbastanza simile alla Terra; a
differenza di quest'ultima, tuttavia, Marte presenta
un'atmosfera molto rarefatta, temperature medie superficiali più basse e
dimensioni assai ridotte (il suo diametro è solo la metà di quello terrestre).
Cenni storici
Marte è, dopo Venere, il pianeta più facilmente individuabile dalla
Terra, per via della grande luminosità relativa e del
caratteristico colore rosso. Per questo motivo già le popolazioni antiche lo
associavano all'immagine di Ares/Marte,
dio del fuoco e della guerra.
Fu solo sul finire del XVIII secolo, tuttavia, che attente osservazioni
consentirono la scoperta dei due satelliti naturali, Phobos
e Deimos, probabilmente asteroidi catturati dalla
gravità del pianeta. L'esistenza di tali satelliti era già stata postulata da
tempo, tanto che oltre un secolo e mezzo prima Jonathan
Swift ne citava alcuni dati orbitali approssimativi ne I viaggi di Gulliver. Nello
stesso periodo un'errata traduzione dei lavori di Schiaparelli,
astronomo italiano, portò il mondo scientifico a credere che su Marte vi
fossero canali irrigui artificiali, mentre effettivamente lo scienziato aveva
solo parlato di grandi solchi sulla superficie.
Le aspettative del grande pubblico vennero
disattese quando, nel 1965, la sonda Mariner 4
raggiunse per la prima volta il pianeta, non rilevando segni di costruzioni. Il
primo atterraggio di sonde automatiche avvenne undici anni dopo, con le
missioni Viking I e II, ma non vennero
rilevate tracce di vita o di composti organici in superficie. Dal finire dello
scorso secolo Marte è stato nuovamente meta di numerose sonde, statunitensi ed
europee, che hanno portato a un significativo
miglioramento delle nostre conoscenze sul pianeta.
Osservazione da Terra
A causa del periodo orbitale il pianeta risulta
in opposizione (e quindi facilmente osservabile) solo ogni due anni circa. Mentre a causa dell'eccentricità orbitale la sua distanza relativa
varia ad ogni opposizione determinando piccole e grandi opposizioni, con un
diametro apparente da 13,5 a
25 secondi d'arco.
L'osservazione di Marte è strettamente legata alle condizioni di osservabilità del pianeta, ossia in base al tipo di
opposizione: se afelica o perielica;
la forte variazione di diametro infatti consente differenti capacità osservative.
Nelle migliori condizioni (diametro massimo, altezza massima
dall'orizzonte, condizioni meteo ecc.) il pianeta mostra chiaramente, con un
telescopio di 200 mm,
le calotte polari, diversi dettagli superficiali, e persino le nubi in
sospensione.
Periodicamente la superficie è interessata da fenomeni intensi di
tempeste di sabbia a causa delle variazioni termobariche dell'atmosfera. Diversamente dalla Terra,
questi fenomeni riescono ad interessare il pianeta nella sua globalità,
sollevando polvere e occultando totalmente la visione superficiale. In questo
caso per intere settimane al telescopio è non possibile riscontrare alcun
dettaglio.
Le calotte polari di Marte mostrano evidenti variazioni stagionali. Dipendentemente dalla stagione, si può osservare un
restringimento o un'espansione della struttura ghiacciata. Tramite opportune tecniche
è possibile eseguire misure della regressione e accertare numericamente la sua
variazione.
Non di rado, è possibile osservare strutture nuvolose presenti. Molte
di esse hanno una diversa origine, alcune sono
prodotte dalle variazioni di temperatura per il sopraggiungere del giorno o
della notte (nubi mattutine o serali), mentre altre sono nubi tipiche di alcune
regioni come picchi di caldere vulcaniche (Monte Olimpus)
o depressioni (bacino di Hellas). Alcuni di questi
fenomeni si dissolvono nel giro di alcune ore.
Parametri orbitali
Marte orbita attorno al Sole ad una distanza media di
circa 228 milioni di km (1,52 unità astronomiche); a causa della discreta
eccentricità della sua orbita, pari a 0,09336, la sua distanza dalla Terra
all'opposizione può oscillare fra circa 100 e circa 56 milioni di km.
Il periodo di rivoluzione del pianeta è pari a 686,979 giorni
terrestri; il piano dell'orbita si discosta di circa 1,85° da quello
dell'eclittica.
Marte ha una massa pari ad appena l'11% di
quella terrestre; il suo raggio equatoriale misura 3393 km.
La massa di Marte è pari a 0,107 volte quella terrestre, ed il suo
volume è pari a 0,150 volte quello della Terra. Il diametro equatoriale del
pianeta vale 6787 km
(con uno schiacciamento polare dell'1% circa) e la sua
densità media è 3,95 volte quella dell'acqua.
L'asse di rotazione marziano è inclinato di
25° 11', mentre il suo periodo di rotazione attorno al proprio asse è di 24 h
37 min 25 s: entrambi i valori sono simili ai
corrispondenti parametri terrestri.
Atmosfera
L'atmosfera marziana si compone principalmente di
biossido di carbonio (95%), azoto (2,7%), argon (1,6%), vapore acqueo, ossigeno
e ossido di carbonio. La pressione atmosferica media è di 7 millibar.
Sono presenti perturbazioni atmosferiche come tempeste di sabbia (che avvolgono
anche l'intero pianeta e durano mesi), che danno luogo a fenomeni di erosione delle rocce.
L'atmosfera di Marte, a causa della bassa gravità del pianeta, è estremamente rarefatta e completamente priva dei gas più leggeri;
la pressione rilevata dalle sonde automatiche inviate sul pianeta è di circa
7-9 hPa nelle depressioni più profonde (la pressione
media dell'atmosfera terrestre, a titolo di paragone, è di 1015 hPa). Precedenti osservazioni dei transiti di Marte davanti
alle stelle, effettuate da Terra, già prima dell'era spaziale avevano suggerito
una simile situazione.
L'atmosfera appare ricca di polveri che le conferiscono una
caratteristica colorazione arancione-marrone quando
osservata dalla superficie del pianeta; i dati registrati dai Mars Exploration Rover indicano una dimensione media delle particelle
sospese di circa 1.5 micrometri.
La mancanza di ozono permette alle radiazioni
ultraviolette solari, letali per ogni forma di vita conosciuta, di raggiungere
la superficie.
Nel marzo del 2004 le misurazioni della sonda orbitante europea Mars Express hanno confermato ufficialmente la presenza di
metano nell'atmosfera marziana, con una concentrazione volumetrica di circa 10
parti per miliardo. La presenza di un simile gas, altamente
instabile, rende necessario supporre l'esistenza di un processo di
rigenerazione del metano tuttora in corso o comunque avvenuta negli scorsi
secoli; sono state ipotizzate un'origine vulcanica, cometaria
o biologica (con la presenza di microrganismi metanogeni),
ma mancano conferme sperimentali a sostegno delle teorie. Gli scienziati stanno
attualmente cercando di individuare alcune componenti
secondarie che potrebbero rivelare l'origine del metano, come l'etano, che
sulla Terra è generato dagli oceani contestualmente al metano di provenienza
biologica, o il diossido di zolfo, associato
all'attività vulcanica.
L'aspetto dell'atmosfera marziana varia significativamente con il ciclo
delle stagioni; nei mesi invernali, quando i poli sono costantemente al riparo
dalla luce solare, la temperatura superficiale diminuisce a tal punto che un
quarto dell'atmosfera condensa e precipita sotto forma di diossido
di carbonio ghiacciato (ghiaccio secco); all'aumentare dell'insolazione il CO2
sublima, generando forti venti diretti verso le regioni tropicali del pianeta,
che possono raggiungere i 400 chilometri
orari. Un effetto secondario della circolazione atmosferica così indotta è il
trasporto di una grande quantità di polveri e di vapor
d'acqua, che portano alla formazione di cirri particolarmente numerosi ed
imponenti, fotografati dal modulo di terra statunitense Opportunity.
Superficie
La maggior parte dell'emisfero meridionale di Marte è costituita da un
unico, vasto altipiano che presenta molti crateri da impatto. La struttura di
Marte, va detto, presenta sia similitudini che differenze notevoli con la Terra. La superficie di
Marte non pare movimentata dall'energia che caratterizza quella terrestre. In
sostanza, Marte non ha una crosta suddivisa in placche, e quindi la tettonica a
zolle del modello terrestre risulta inapplicabile a
tale pianeta.
L'attività vulcanica è stata molto intensa, come testimonia la presenza
di imponenti vulcani. Il maggiore di essi è il Monte Olimpo, che, con una base di 600 km e un'elevazione pari
a circa 24 km
rispetto alle pianure circostanti, è il maggior vulcano del sistema solare.
Esso è molto simile ai vulcani a scudo delle isole Hawaii, originatisi
dall'emissione per lunghissimi tempi di lava molto fluida. Uno dei motivi per i
quali tali giganteschi edifici vulcanici sono presenti è che, per l'appunto, la
crosta marziana è priva della mobilità delle placche tettoniche. Questo
significa che i 'punti caldi' da cui sale in
superficie il magma battono sempre le stesse zone del pianeta, senza
spostamenti nel corso di milioni di anni di attività
(come invece avviene sulla Terra, cosa che forma arcipelaghi come le Hawaii).
La ridotta forza di gravità ha certamente agevolato la lava, che su Marte ha un
peso di poco superiore che l'acqua sulla Terra. Questo ha reso possibile una
più facile risalita dal sottosuolo e una più ampia e massiva diffusione sulla superficie. Un gigantesco
canyon, lungo 5000 km,
largo 500 km
e profondo 5/6 km attraversa il pianeta all'altezza
dell'equatore e prende il nome di Valles Marineris, ed è l'unica struttura vagamente simile a quelle
osservate nel XIX secolo e considerate poi uno dei più grandi sbagli della
moderna astronomia. La sua presenza costituisce un vero e
proprio sfregio sulla superfice marziana, e data la
sua enorme struttura, non è chiaro cosa possa averla prodotta:
certamente non l'erosione data da agenti atmosferici o acqua. La struttura di
questo canyon è tale da far sembrare minuscolo il Grand
Canyon americano, che pure è, come dice il suo stesso nome, immane.
L'equivalente terrestre sarebbe, dimensionalmente
parlando, un canyon che partisse da Londra e arrivasse a Città del Capo, con
profondità dell'ordine dei 10
km. Questo consente di capire come tale canyon abbia una considerevole importanza per la struttura di
Marte, e come esso non sia classificabile con casi noti sulla Terra.
La superficie di Marte apparve sin dalle prime esplorazioni mediante
sonde automatiche come complessa e geologicamente diversificata.
Mentre l'emisfero sud è ricoperto da vasti crateri e si eleva al di sopra del livello topografico di riferimento,
l'emisfero nord è scarsamente craterizzato e situato
generalmente al di sotto di tale livello (che corrisponde per convenzione alla
quota ove la pressione atmosferica vale 6.1 hPa).
L'emisfero sud si compone principalmente di una crosta rocciosa molto
antica, attraversata da numerosi canali naturali lunghi centinaia di km e larghi qualche decina; localmente si possono
individuare pianure di origine più recente.
L'emisfero nord, al contrario, presenta formazioni vulcaniche di
notevoli dimensioni, con flussi di lava solidificati, numerose scarpate e
canyon, ed un paesaggio generalmente diversificato e
vario. La regione principale dell'emisfero, sede dei grandi vulcani, è Tharsis, un vasto rigonfiamento che si eleva fino a 10 km sul terreno circostante
e che dà origine alla maggior parte delle fratture superficiali visibili.
La presenza di ghiaccio d'acqua su Marte è largamente testimoniata nei
sedimenti delle regioni polari, sotto le calotte di anidride
carbonica e sotto forma di permafrost, fino a 3 km di profondità. Lo strato
superficiale del pianeta è composto principalmente da silicati ed ossido di
ferro, oltre ad altri composti chimicamente reattivi che possono rapidamente
danneggiare eventuali materiali organici. Le analisi delle sonde automatiche
sul pianeta hanno confermato che per lunghi periodi il pianeta fu percorso da fiumi e che ampie distese furono sommerse,
forse anche per un miliardo d'anni. Le analisi svolte dalla sonda Mars Express hanno rivelato che il ghiaccio presente al
polo sud se sciolto potrebbe coprire la superficie del pianeta con nove metri
d'acqua. Comunque il ghiaccio presente al polo sud non
è sufficiente a spiegare l'estese erosioni della superficie e quindi gli
scienziati stanno ricercando altri depositi d'acqua o altri fenomeni che
possano spiegare le erosioni della superficie.
La temperatura superficiale media è di circa 210K
(~-60°C),
e varia con la stagione e la latitudine da minime di 140K (~-130°C) nelle regioni
polari, in inverno, a massime di 300K (~20°C) nelle regioni equatoriali, in
estate.
Nomenclatura
La nomenclatura della superficie marziana si basa su un impianto
originario derivante dalle osservazioni storiche condotte da Schiaparelli e Lowell, i quali
crearono delle mappe del pianeta in cui definirono per primi i nomi (tuttora in
uso) delle principali conformazioni.
La nomenclatura marziana, segue le mappe create dai primi osservatori
del pianeta. Una tre le prime mappe in cui sono
definiti i nomi della superficie del pianeta risale al 1877 ad opera di
Giovanni Virginio Schiaparelli, il quale determinò e
descrisse le principali conformazioni ricavando i nomi da termini indicanti
antichi popoli (Ausonia), dei, luoghi geografici (Syrtis
Major, Benacus Lacus),
mitologici (Cerberus, Gorgonium
Sinus) ecc.
Sono poi seguite altre mappe come quelle di Lowell
(1894), Antoniadi (1909), De Mottoni
(1957).
Successivamente la nomenclatura è stata approvata all'IAU e ufficialmente
introdotta per identificare i luoghi marziani.
Struttura interna
Il nucleo di Marte, di ferro e solfuro di ferro,
si estende probabilmente per un raggio di circa 1600-1700
km; è sormontato da un mantello piú denso di quello
terrestre e da una spessa crosta.
Molto probabilmente il nucleo non è liquido; di conseguenza Marte non
presenta un campo magnetico apprezzabile né attività geologica di rilievo.
Questo comporta la mancanza di difesa che la magnetosfera
terrestre accorda al suolo del pianeta dall'attività di particelle cosmiche ad
alta energia, ma la cosa è parzialmente mitigata dalla maggiore distanza dal
Sole, che rende meno violente le conseguenze della sua attività.
Analogamente agli altri pianeti rocciosi conosciuti, Marte presenta una
struttura interna tipicamente composta da un nucleo
centrale, da un mantello e da una crosta superficiale.
Le informazioni in nostro possesso sono tuttavia frammentarie; una
migliore comprensione della struttura interna del pianeta rosso potrebbe
contribuire a fare chiarezza sui meccanismi che potrebbero aver generato la sua
atmosfera, sulla possibile presenza in passato di vita su Marte e
sull'evoluzione planetaria dei pianeti rocciosi in generale. Sfortunatamente,
la mancanza di dati sismologici significativi
impedisce una conoscenza sufficientemente dettagliata dell'interno di Marte;
tuttavia, grazie alle misurazioni del momento d'inerzia di Marte effettuate
dalla sonda spaziale statunitense Mars Pathfinder è stato possibile accertare con sicurezza che il
nucleo del pianeta, composto da materiali più densi rispetto al mantello, ha un
raggio compreso fra 1500 e 2100
km.
Il CNES, l'agenzia spaziale francese, sta progettando l'invio sulla
superficie di Marte di quattro piccole sonde automatiche, note come Netlanders, per effettuare analisi
di natura sismologica sul pianeta. Le sonde
dovrebbero essere trasportate da un orbiter di
fabbricazione francese ed atterrare in diversi punti del pianeta, in modo da
registrare le differenze di intensità dei terremoti e
la velocità media di propagazione delle onde sismiche nel terreno. Si ritiene
che Marte sia sede di circa un migliaio di eventi
sismici all'anno di magnitudo tre (sulla scala Richter),
e almeno un paio di eventi di magnitudo cinque.
Oltre a permettere la misura del raggio del nucleo marziano con
un'incertezza di circa 5 km,
i dati sismici consentiranno di valutare la composizione chimica del nucleo e
la natura liquida o solida del materiale che lo compone; le misurazioni del
momento d'inerzia suggeriscono una predominanza del ferro, come nel caso della
Terra, ma non è esclusa la presenza di zolfo, che abbasserebbe la densità e il
punto di fusione della miscela.
Sulla Terra, la presenza di un nucleo ferromagnetico liquido rotante è
responsabile del campo geomagnetico; Marte, al
contrario, non presenta un campo magnetico di rilievo. Pur
non escludendo del tutto la presenza di un nucleo liquido, tuttavia, questo è
un forte indizio a favore della presenza di un nucleo interno solido.
Satelliti naturali
Il pianeta possiede due satelliti naturali, Phobos,
dal diametro di circa 27 km,
e Deimos, che misura circa 10 km. Phobos
è destinato, in un periodo di tempo stimato in alcuni milioni di anni, ad avvicinarsi sempre più al pianeta fino ad
oltrepassare il limite di Roche e disintegrarsi per effetto delle intense forze
mareali.
I nomi dei satelliti significano, in lingua greca, paura e spavento;
essi impersonano gli aspetti negativi della guerra, rappresentata dal dio greco
Ares, Marte.
Esplorazione di Marte
Le missioni spaziali su Marte sono state numerose, sin dagli
anni 60 quando hanno mostrato per la prima volta il
vero aspetto del pianeta, hanno permesso di comprendere meglio l'origine e
l'evoluzione della superficie e dell'atmosfera del pianeta.
Tuttavia rispetto alle numerose missioni spaziali effettuate fino ad oggi, i grandiosi successi vanno
affiancati ai molti insuccessi decretati da perdite e inconvenienti tecnici. Anche per questo motivo il pianeta mantiene vivo il suo
fascino e il suo mistero.
L'esplorazione di Marte è stata una parte importante delle
missioni di esplorazione spaziale dell'Unione
Sovietica, degli Stati Uniti, dell'Europa e del Giappone. Dagli anni '60 sono
state inviate verso Marte dozzine di veicoli senza equipaggio, che includevano orbiter, lander e rover, per raccogliere
dati e rispondere a domande sul pianeta rosso e il suo passato, che potrebbero
portare a scoperte ulteriori per il passato, presente e futuro della Terra.
L'esplorazione di Marte ha raggiunto costi finanziari
considerevoli con un ammontare di missioni fallite di circa due terzi delle
missioni totali. Questo alto tasso di fallimenti può essere imputato al grande numero di fattori che possono andare storti, anche se
alcune perdite di comunicazioni o fallimenti dovuti a nessuna causa apparente
hanno portato alcuni ricercatori a parlare, scherzosamente, di un Grande Ghoul Galattico la cui dieta consisterebbe di sonde
marziane. Questo fenomeno è largamente conosciuto come la Maledizione di Marte.
Il programma spaziale sovietico lanciò due sonde per il flyby
verso Marte nell'ottobre 1960, soprannominate Mars 1960A e Mars 1960B, ma entrambe
fallirono nel raggiungere l'orbita terrestre. Nel 1962, altre tre sonde
sovietiche fallirono — due nell'orbita terrestre e con una si
interruppero le comunicazioni mentre era in rotta per Marte (Mars 1). Nel 1964, la sonda Zond
2 fu un altro tentativo fallito nel raggiungere Marte. Nel 1974 Mars 5 raggiunse Marte e invio oltre sessanta immagini
dell'area a sud della Valles Marineris,
prima che una depressurizzazione mettesse fine alla
missione.
Nel 1964 il Jet Propulsion
Laboratory della NASA effettuò due tentativi di
raggiungere Marte. Le sonde Mariner 3 e Mariner 4 erano identiche e il loro scopo era quello di effettuare i primi flyby del pianeta rosso. Il Mariner 3 venne lanciato il 5 novembre 1964 ma
la copertura protettiva non riuscì ad aprirsi. Tre settimane dopo, il 28 novembre 1964,
venne lanciata con successo la sonda Mariner 4. Essa raggiunse Marte il 14 luglio 1965, fornendo le
prime immagini ravvicinate di un altro pianeta. Esse mostravano dei crateri da
impatto simili a quelli lunari, alcuni dei quali sembravano ricoperti di brina
o ghiaccio.
La NASA
continuò il programma Mariner con un altro paio di
sonde per il flyby (Mariner 6 e Mariner
7), che raggiunsero il pianeta nel 1969. Durante la seguente finestra di lancio il programma Mariner subì
la perdita di un altro paio di sonde. Mariner 9 entrò
con successo nell'orbita di Marte, dopo il fallimento del lancio della sonda gemella Mariner 8. Il Mariner 9, assieme alle due sonde sovietiche Mars 2 e Mars 3 trovarono una enorme tempesta di sabbia in corso, a livello
planetario. I controllori di missione utilizzarono i tempi morti nell'attesa
che la tempesta si attenuasse per fotografare la luna Phobos. In seguito Mariner 9
fotografò la superficie di Marte, che fornirono
ulteriori indizi tra cui la possibilità che un tempo fosse presente acqua allo
stato liquido.
Nel 1969 l'unione
sovietica preparò un ambizioso orbiter pesante 5
tonnellate chiamato M-69. Due copie di questa sonda vennero
perse durante il lancio, che veniva effettuato tramite il nuovo e potente razzo
Proton.
Nel 1971, poco dopo il fallimento della sonda Cosmos 419,
l'unione sovietica inviò con successo Mars 2 e Mars 3, quasi un
decennio dopo il lancio di Mars 1. Entrambe
trasportavano un lander e arrivarono su Marte nel
1971. Il lander di Mars 2
entrò nell'atmosfera marziana con un angolo troppo ripido e venne
distrutta, mentre il lander di Mars
3 funzionò solo per 20 secondi dopo l'atterraggio. Erano i primi artefatti
umani a toccare Marte.
Nel 1973 l'unione
sovietica inviò altre quattro sonde: gli orbiter Mars 4 e Mars 5 e le sonde flyby
con lander Mars 6 e Mars 7. Solo Mars 5 ebbe successo: trasmise 60 immagini prima di avere un guasto
alle comunicazioni. Il lander di Mars
6 trasmise dati solo durante la discesa ma si persero
i contatti quanto atterrò. Le altre due sonde (Mars 4
e Mars 7) mancarono il pianeta.
Nel 1976 le due sonde Viking
entrarono nell'orbita di Marte e entrambe inviarono un
lander che effettuò con successo un atterraggio
morbido sulla superficie del pianeta. Queste due missioni inviarono le prime
immagini a colori e dettagliati dati scientifici. Le temperature misurate nei
siti di atterraggio variavano tra 150 e 250 K (tra -123 °C
e -23 °C). Vennero
osservate tempeste di sabbia stagionali, cambiamenti di pressione atmosferica e
spostamenti di gas atmosferici tra le calotte polari. Un esperimento produsse
una possibile prova di vita, ma non fu confermato da altri esperimenti. La
maggior parte degli scienziati pensa che attualmente
non ci sia vita sul pianeta.
Mentre l'orbiter Viking 1 stava cercando un punto di atterraggio
adatto per il lander, il 25 luglio 1976 fotografò una
zona che venne soprannominata la "faccia su Marte".
Nel 1988 l'Unione
Sovietica lanciò le sonde Phobos 1 e 2 per studiare
Marte e le lune Phobos e Deimos.
Le comunicazioni con Phobos 1 si interruppero
mentre era in rotta verso Marte, mentre Phobos 2
riuscì a fotografare Marte e Phobos; tuttavia la
missione fallì poco prima di inviare due lander sulla
superficie di Phobos.
Dopo il fallimento del 1992 dell'orbiter
Mars Observer, NASA lanciò
il Mars Global Surveyor il 7 novembre 1996. Questa fu la prima missione
riuscita degli Stati Uniti in due decenni e il primo completo successo in
assoluto. Entrata in orbita il 12 settembre 1997, dopo un anno e mezzo iniziò
la mappatura nel marzo 1999. La sonda osservò il
pianeta da una bassa altitudine, vicino ad una orbita
polare lungo un intero anno marziano (equivalente a circa due anni terrestri).
La missione fu completata il 31 gennaio 2001 e ora è in una fase di estensione.
È stata studiata l'intera superficie del pianeta, la sua
atmosfera e i dati raccolti sono stati maggiori di quelli raccolti
da tutte le altre sonde precedenti.
Tra i più importanti dati scientifici, il Global Surveyor ha inviato
immagini di canali e detriti che suggeriscono la possibilità di sorgenti di acqua liquida sulla superficie. Canali simili sono
formati sulla Terra da flussi di acqua, ma su Marte la
temperatura è generalmente troppo bassa e l'atmosfera è troppo tenue per
sostenere acqua liquida. Tuttavia alcuni scienziati hanno ipotizzato che acqua
superficiale liquida possa a volte emergere in superficie, scavare canali e
gole e fluisca in seguito sotto al terreno prima di
congelare ed evaporare.
I dati del magnetometro indicarono che il campo magnetico
del pianeta non è globalmente generato dal nucleo interno, ma è localizzato in particolari aree della crosta. I nuovi dati
sulla temperatura e immagini ravvicinate della luna Phobos
hanno mostrato che la sua superficie è costituita da uno strato polveroso
spesso almeno 1 metro,
provocato da impatti di meteoriti durante milioni di anni.
I dati dell'altimetro laser hanno fornito la prima visuale tridimensionale
della calotta polare dell'emisfero Nord.
La sonda Mars Pathfinder,
lanciata un mese dopo il Global Surveyor,
atterrò il 4
luglio 1997. La zona di atterraggio era
un'antica pianura fluviale nel emisfero nord chiamata Ares
Vallis, che è tra le zone più rocciose del pianeta.
La sonda comprendeva un piccolo rover controllato da
remoto chiamato Sojourner, che viaggiò per alcuni
metri attorno al sito di atterraggio studiando le
rocce. Il rover esplorò la superficie di Marte in un
modo che era stato eseguito precedentemente solo dai
due rover Lunokhod russi
sulla Luna 30 anni prima.
Fino al momento dell'ultima trasmissione il 27 settembre 1997,
il Mars Pathfinder inviò
16500 immagini dal lander e 550 immagini
dal rover, oltre a 16 analisi chimiche delle rocce e
del suolo e dettagliati dati sui venti e altri fattori meteorologici. Questi
dati suggerirono agli scienziati che in qualche momento del passato il pianeta
potrebbe essere stato caldo e umido, e potrebbe aver
posseduto acqua allo stato liquido e un'atmosfera più densa.
Dopo i successi del Global Surveyor e del Pathfinder, tra il
1998 e il 1999 ci fu un'altra serie di fallimenti: l'orbiter
giapponese Nozomi, il Mars Climate Orbiter, il Mars Polar Lander
e i penetratori Deep Space 2 della NASA non portarono
a termine la missione. L'episodio riguardante il Mars Climate Orbiter
è particolarmente famigerato, dovuto alla mancanza di conversione tra unità di
misura del sistema metrico decimale e del sistema imperiale. In questo modo vennero generati dati errati che fecero bruciare la sonda
durante l'ingresso nell'atmosfera marziana.
Nel 2001 la sfortuna finì con l'orbiter
Mars Odyssey della NASA.
Durante la missione venne usato degli spettrometri e camere per cercare le prove di attuale o
passata esistenza di acqua e l'attività vulcanica del pianeta. Nel 2002 venne annunciato che lo spettrometro
a raggi gamma e lo spettrometro a neutroni avevano
trovato grandi quantitativi di idrogeno, che indicava la presenza di vasti
depositi di ghiaccio d'acqua sotto al terreno marziano entro il 60° di
latitudine dal polo Sud.
Il 2
giugno 2003 la sonda Mars Express
dell'ESA venne lanciata dal cosmodromo di Baikonur verso Marte. Essa era costituita dall'orbiter Mars Express e dal lander Beagle 2. Anche se il lander non era
progettato per muoversi, era dotato di un dispositivo che permetteva di scavare
il suolo, il più piccolo spettrometro di massa di
allora e altri dispositivi montati su un braccio robotico
per poter analizzare accuratamente il suolo sotto la superficie polverosa.
L'orbiter entrò in orbita il 25 dicembre 2003
e lo stesso giorno il lander entrò nell'atmosfera di
Marte. Tuttavia i tentativi di contattare il lander fallirono. Essi durarono durante il mese di
Gennaio e a metà Febbraio il lander venne dichiarato disperso. L'orbiter
Mars Express confermò la presenza di ghiaccio d'acqua
e di ghiaccio di anidride carbonica nel polo Sud del
pianeta. La NASA
aveva precedentemente confermata la loro presenza
anche nel polo Nord.
Poco dopo il lancio di Mars Express,
la NASA inviò
una coppia di rover gemelli. Il Rover
Spirit (MER-A) venne
lanciato il 10
giugno 2003 e atterrò nel cratere Gusev
(che si ipotizzava fosse nel passato un lago) e il rover
Opportunity (MER-B) venne lanciato il 7 luglio 2003 e
atterrò il 24 gennaio
2004 nel Meridiani Planum. Entrambi effettuarono ricerche geologiche.
A parte una temporanea perdita di comunicazioni con Spirit (che si crede sia stata causata da un problema alla
memoria flash), che rallentò l'esplorazione di diversi giorni, entrambi i rover continuarono l'esplorazione nei rispettivi luoghi di atterraggio. Il rover Opportunity in particolare atterrò in un luogo decisamente interessante: un cratere con affioramenti di
rocce. I membri del team annunciarono il 2 marzo che i dati inviati dal rover mostravano come quelle rocce erano state in passato
immerse nell'acqua e il 23 marzo venne ipotizzato che
essere dovevano essere sommerse in un mare salato. Questa è la
prima forte prova di una presenza passata di acqua liquida su Marte.
Ad agosto 2006, entrambi i rover
sono attivi ed effettuano nuove scoperte (tra cui il
primo meteorite scoperto su un altro pianeta, chiamato Heat
Shield Rock), anche se iniziano a mostrare i segni
del tempo e richiedono occasionali interventi da Terra.
Il Mars Reconnaissance
Orbiter (MRO) è una sonda multipurpose
progettata per condurre una ricognizione e una esplorazione
di Marte dall'orbita. Venne costruita al costo di 720
milioni di dollari dalla Lockheed Martin sotto la
supervisione del Jet Propulsion Laboratory
e fu lanciata il 12
agosto 2005. È entrata nell'orbita di Marte il 12 marzo 2006.
Il MRO contiene un insieme di strumenti scientifici come la
camera HiRISE, CRISM e SHARAD. La camera HiRISE verrà utilizzata per
analizzare il terreno marziano, mentre CRISM e SHARAD cercheranno acqua,
ghiaccio e minerali sulla e sotto la superficie. Inoltre il MRO spianerà la
strada alle future sonde monitorando giornalmente le condizioni meteorologiche
e della superficie, cercando nuovi luoghi di atterraggio
e testando un nuovo sistema di telecomunicazioni che permetterà lo scambio di
informazioni ad una velocità mai raggiunta in precedenza. Il trasferimento di
dati verso e dalla sonda verrà effettuato più
velocemente di tutte le altre precedenti missioni interplanetarie combinate
assieme e verrà usato come un importante satellite ripetitore per le missioni
future.
La prossima missione su Marte è il lander
Phoenix, lanciata nell'agosto del 2007 che dovrebbe arrivare il 25 maggio 2008.
Dovrebbe essere seguito dal rover Mars Science Laboratory
nel 2009 ed è prevista anche un'altra missione nel
2011 (Mars 2011).
In seguito la
NASA progetta di inviare un rover
nella missione Astrobiology Field
Laboratory nel 2016.
La Russia
sta pianificando il lancio della sonda Phobos-Grunt
nel 2009.
L'ESA ha dato il via al programma Aurora, un progetto a
lungo termine avente come obiettivo lo sviluppo di strategie di
esplorazione di Marte anche con missioni con equipaggio. Le tre missioni
principali del progetto saranno: nel 2007 l'Earth Re-Entry
Vehicle Demonstrator (EVD)
che servirà per verificare la fattibilità tecnica della missione Mars Sample Return (vedi oltre),
nel 2009 la missione ExoMars che consisterà di un rover e nel 2011 la missione Mars
Sample Return (MSR) che raccoglierà rocce e campioni
del suolo e per la prima volta li riporterà sulla terra dove verranno
analizzati.
Segue una tabella di tutte le passate missioni spaziali su Marte condotte dai vari paesi (fonte NASA e riadattata),
aggiornate al 16 agosto
2005.
Missione
|
Paese
|
Data del lancio
|
Scopo
|
Risultati
|
Marsnik 1 (Mars 1960A)
|
Russia
|
10 ottobre 1960
|
flyby di Marte
|
non ha raggiunto l'orbita terrestre
|
Marsnik 2 (Mars 1960B)
|
Russia
|
14 ottobre 1960
|
flyby di Marte
|
non ha raggiunto l'orbita
terrestre
|
Sputnik 22
|
Russia
|
24 ottobre 1962
|
flyby di Marte
|
raggiunta solo orbita
terrestre
|
Mars 1
|
Russia
|
1 novembre 1962
|
flyby di Marte
|
guasto alla radio a 106
milioni di km
|
Sputnik 24
|
Russia
|
4 novembre 1962
|
flyby di Marte
|
raggiunta solo orbita
terrestre
|
Mariner 3
|
USA
|
5 novembre 1964
|
flyby di Marte
|
mancata apertura dello scudo
protettivo
|
Mariner 4
|
USA
|
28 novembre 1964
|
primo flyby di Marte il 14 luglio
1965
|
inviate 21 foto
|
Zond 2
|
Russia
|
30 novembre 1964
|
flyby di Marte
|
arrivato a Marte, ma un
guasto alla radio ha impedito di ricevere qualunque dato
|
Mariner 6
|
USA
|
24 febbraio 1969
|
flyby di Marte il 31 luglio
1969
|
inviate 75 foto
|
Mariner 7
|
USA
|
27 marzo 1969
|
flyby di Marte il 5 agosto
1969
|
inviate 126 foto
|
Mariner 8
|
USA
|
8 maggio 1971
|
Mars orbiter
|
lancio fallito
|
Kosmos 419
|
Russia
|
10 maggio 1971
|
Mars lander
|
raggiunta solo l'orbita
terrestre
|
Mars 2
|
Russia
|
19 maggio 1971
|
orbiter/lander arrivato il 27 novembre
1971
|
nessun dato utile, lander distrutto
|
Mars 3
|
Russia
|
28 maggio 1971
|
Mars orbiter/lander, arrivato il 3 dicembre
1971
|
qualche dato e poche foto
|
Mariner 9
|
USA
|
30 maggio 1971
|
Mars orbiter, in orbita dal 13 novembre
1971
al 27 ottobre
1972 |
inviate 7.329 foto
|
Mars 4
|
Russia
|
21 luglio 1973
|
l'orbiter
ha fallito la missione
|
volo vicino a Marte 10 febbraio
1974
|
Mars 5
|
Russia
|
25 luglio 1973
|
orbiter,
arrivato il 12 febbraio 1974
|
durato pochi giorni
|
Mars 6
|
Russia
|
5 agosto 1973
|
orbiter/lander, arrivato il 12 marzo
1974
|
pochi dati
|
Mars 7
|
Russia
|
9 agosto 1973
|
orbiter/lander,
arrivato il 9 marzo
1974
|
pochi dati
|
Viking 1
|
USA
|
20 agosto 1975
|
orbiter/lander, in orbita 19 giugno/76-1980, al suolo 20 luglio/76-1982
|
i due Viking
(orbiter e lander) hanno
inviato più di 50.000 foto
|
Viking 2
|
USA
|
9 settembre 1975
|
orbiter/lander,
in orbita 7 agosto/1976-1987, al suolo 6 settembre/1976-1980
|
i due Viking
(orbiter e lander) hanno
inviato più di 50.000 foto
|
Phobos 1
|
Russia
|
7 luglio 1988
|
orbiter/lander su Marte e Fobos
|
persi in agosto
nell'avvicinamento a Marte
|
Phobos 2
|
Russia
|
12 luglio 1988
|
Mars/Phobos
orbiter/lander
|
perso nel marzo 1989 nei pressi di Fobos
|
Mars Observer
|
USA
|
25 settembre1992
|
orbiter
|
perso poco prima di arrivare
su Marte, il 21 agosto 1993
|
Mars Global Surveyor
|
USA
|
7 novembre 1996
|
orbiter,
arrivato il 12 settembre 1997
|
Missione primaria di mappatura
terminata, estesa la sua missione
|
Mars 96
|
Russia
|
16 novembre 1996
|
orbiter
e landers
|
lancio fallito
|
Mars Pathfinder
|
USA
|
4 dicembre 1996
|
lander
e rover, atterrati
il 4 luglio
1997
|
Primo rover su Marte. Ultima
trasmissione 27 settembre 1997
|
Nozomi (Planet-B)
|
GIA
|
4 luglio 1998
|
orbiter,
attualmente in orbita intorno al Sole
|
arrivo su Marte posticipato
al dicembre 2003 causa problemi alla propulsione
|
Mars Climate Orbiter
|
USA
|
11 dicembre 1998
|
orbiter
|
perso all'arrivo su Marte il 23
settembre 1999
|
Mars Polar
Lander
Deep Space 2
|
USA
|
3 gennaio 1999
|
lander/sonde
di discesa per esplorare il polo sud marziano
|
perso all'arrivo il 3 dicembre
1999
|
Mars Odyssey
|
USA
|
7 aprile 2001
|
orbiter
|
in corso missione primaria di
mappatura scientifica
|
Mars Express
|
UE
|
2 giugno 2003
|
orbiter/rover
|
Sonda operativa, rover
disperso
|
Mars Exploration Rover
|
USA
|
7-10 giugno
2003
|
2 rover: Spirit
e Opportunity
|
analisi del pianeta,
operativa
|
Mars Reconnaissance Orbiter
|
USA
|
12 agosto 2005
|
Mars orbiter
|
analisi del pianeta
|