MITOLOGIA
Secondo Arato il Cane Maggiore è il fedele cane da caccia d’Orione, Sirio, che si diceva fosse di gran lunga il più veloce del mondo. Sembra anche che il Cane Maggiore attraversi il cielo all'inseguimento della lepre, rappresentata appunto dalla costellazione della Lepre che sta sotto ai piedi di Orione. Gli egiziani tenevano in gran considerazione la stella cardine dell’asterismo: Sirio appunto, ne monitoravano attentamente la levata eliaca (il periodo dell’anno in cui l’astro sorge poco prima del sole) perché sapevano che essa preludeva alle inondazioni del Nilo e all’inizio della stagione calda. Forse anche per questo singolare modo di vegliare l’arrivo dell’estate era facile immaginare questa costellazione come un segugio che veglia incessantemente la sua preda. Anche i latini conoscevano la peculiarità di Sirio, che essi chiamavano stella caniculae, e infatti introdussero l’espressione canicola (ancora oggi in uso) proprio per indicare la calura estiva che era puntualmente preavvisata dal sorgere del Cane Maggiore in cielo. Gli studiosi di miti come Eratostene e Igino dicevano che la costellazione rappresentava Lelapo, un cane tanto veloce che nessuna preda riusciva a sfuggirgli. Questo cane ebbe un lungo elenco di proprietari, una dei quali fu Procri, figlia del Re Eretteo di Atene e moglie di Cefalo, ma i resoconti di come sia venuta in possesso dell'animale non sono unanimi. Secondo una versione il cane le fu dato da Artemide, dea della caccia; ma una storia più verosimile dice che Lelapo è il cane dato da Zeus a Europa e dal cui figlio Minosse, Re di Creta, fu passato a Procri. Insieme al cane le fu dato un giavellotto che non mancava mai il bersaglio; questo si dimostrò un regalo sfortunato, poiché fu con esso che il marito Cefalo l'uccise accidentalmente durante una partita di caccia. Cefalo ereditò il cane e se lo portò dietro a Tebe (non la Tebe d'Egitto ma una città della Beozia, a nord di Atene) dove una volpe malvagia stava devastando la campagna. La volpe era tanto veloce da apparire destinata a non essere mai catturata. Scattarono tanto veloci che era difficile persino seguirli con gli occhi. Ci fu un attimo in cui sembrò che il cane fosse riuscito a stringere la sua preda fra le ganasce, ma se le ritrovò piene d'aria mentre la volpe riprendeva a correre con rinnovata energia. Era un paradosso senza possibilità di soluzione e allora Zeus tramutò entrambi in pietre, e sistemò il cane in cielo come il Cane Maggiore, senza la volpe.